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La danza del Tevere

La danza del Tevere

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Il cuore verde del fiume di Roma batte in un luogo magico, a 40 km dal centro della Città Eterna. E’ l’oasi naturale “Nazzano Tevere-Farfa”. Settecento ettari in cui il Tevere danza sinuoso tra il lago di Nazzano e la confluenza del torrente Farfa.

Lo spettacolo da ammirare, grazie a speciali punti di osservazione, è semplicemente quello della natura senza orari né copioni: la vita in un microcosmo d’acqua con tutti i suoi protagonisti.

E’ da qui che inizia un tour un po’ in treno e un po’ a piedi che continuerà in uno dei borghi panoramici di zona (Nazzano, Ponzano Romano, Filacciano) per svegliarsi la mattina successiva con vista aerea su un incredibie paesaggio di anse blu che disegnano la campagna.

Si prosegue verso Monterotondo per scoprire la storia di città perdute grazie al museo archeologico e multimediale, quindi ci si sposta a Mentana, luogo di una storica battaglia di Garibaldi (c’è anche un museo garibaldino) e di grandi memorie racchiuse in uno scrigno antichissimo che racconta insieme di Medioevo e di Rinascimento.

Non solo: è anche immerso nel parco naturalistico e archeologico Nomentum. Mentana è, in fine, il modo giusto di chiudere un’esperienza seducente per una cena o un drink in uno dei tanti locali all’aperto tra vicoli, piazzette, archi e portali. Il tour si snoda in 24 chilometri.

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  • Tappe
    Riserva naturale "Nazzano Tevere-Farfa" – I borghi sul fiume (Nazzano, Filacciano, Ponzano Romano) – Monterotondo – Area archeologica Nomentum Eretum - Mentana
  • Dress Code
    casual, tenuta da trekking, cannocchiale per birdwatching, macchina a fotografica
  • Località
    Fonte Nuova
    Mentana
    Monterotondo
    Valle del Tevere
  • Non Incluso
    palestrina
    Roma
    Subiaco
    Tivoli
    Valle dell'Aniene

Tour Plan

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Prima tappa: riserva naturale "Nazzano Tevere-Farfa"
A piedi o in bicicletta, in battello o a cavallo nel cuore verde del fiume Tevere. Siamo nella riserva naturale “Nazzano Tevere-Farfa”. Qui si arriva la mattina e si va via a pomeriggio inoltrato, tante sono le esperienze da fare. Un paradiso per i bambini e per gli appassionati di fauna ed ecosistemi speciali. La mappa del sito, reperibile anche sul web, ne dà l’idea. Si arriva a piedi dalla stazione del treno di Poggio Mirteto e già si può fare subito la scelta di iniziare da una esplorazione in battello ecologico, alimentato da pannelli solari (costo: dai 6 e 12 euro a seconda se il giro è da una o due ore, accessibile alle persone con disabilità). Oppure si può noleggiare una bici e scegliere uno dei percorsi proposti. Sette le postazioni di birdwatching, 17 le aree pic-nic. C’è anche un Museo del fiume (ora temporaneamente chiuso) e diversi siti archeologici.

E’ la prima area protetta istituita dalla Regione Lazio, nel 1979. L’obiettivo: proteggere la zona umida del "lago di Nazzano", creato negli anni ’50 da una diga a valle del paese per regolare le piene. Qui, in quasi 30 anni, la natura si è adattata alle mutate condizioni ambientali creando uno dei siti più interessanti dell'Italia centrale per il birdwatching e l'osservazione dell’affascinante ecosistema della palude.

Il momento di massima concentrazione degli uccelli sono i mesi invernali. Almeno in 1300 popolano la riserva. Soprattutto folaghe, moriglioni e alzavole. In primavera diventa tappa di passaggio per i cavalieri d'Italia, elegantissimi in volo tra battiti d’ali e brevi planate, per il piro piro piccolo, l'avocetta e molte altre specie. Una ricerca scientifica pubblicata a cura della Riserva ha documentato e quantificato gli abituali ospiti. Nidificano coppie di nibbio bruno e di folaga. Recentemente torna puntuale anche il falco pellegrino, su una rupe, mentre dal 2007 ne ha fatto luogo d’elezione pure l'airone cenerino, unico caso nel Lazio. Vasta anche la presenza di passeri: il cannareccione, la cannaiola, il migliarino di palude, il pendolino; presenti pure porciglioni, gallinella d'acqua, tarabusino. Raganelle e nutrie si possono scorgere spostarsi a nuoto da una riva all’altra. Circa venti le specie tra anfibi e rettili: dal rospo smeraldino alla raganella italica, dal geco verrucoso al saettone.  
  • La curiosità: dal 2015 è consentita la pesca ma solo quella “no kill”, cioè con obbligo di rilascio. Si può praticare sulla riva destra tra ponte di Montorso e la località Canneta, sulla riva sinistra tra la centrale Enel Farfa 2 e il Fosso dell'inferno. Bisogna avere la licenza di pesca e il tesserino di autorizzazione. I non residenti possono acquistare il tesserino valido per uno o dieci giorni di pesca presso gli esercizi commerciali abilitati al costo rispettivamente di 5 e 30 euro. Si può prscare, quindi, dall’alba al tramonto martedì, giovedì, sabato, domenica e nei giorni festivi infrasettimanali.
  • Durata della visita: almeno mezza giornata, il giro in battello elettrico varia tra una e due ore
  • Biglietti e orari: l’ingresso alla riserva è gratuito, il ticket per il Museo del fiume 1 euro
  • Info: il centro visite multimediale della Riserva si trova al Km 28,100 di via Tiberina, località Meana (Comune di Nazzano), tel. 0765 332795, www.teverefarfa.it
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Seconda tappa: il borgo con vista sul "fiasco del Tevere"
Per la vista panoramica sulle anse del fiume e sul famoso “fiasco del Tevere” vale la pena dirigersi verso uno dei borghi vicini. Filacciano (5 chilometri a piedi) è un salotto del ‘600 con affaccio sul fiume. Custodisce infatti un cammeo di architettura barocca progettato nel 1650 da Mattia de Rossi, l’allievo preferito del Bernini, su commissione dei marchesi Muti Papazzurri che, per il loro feudo familiare, richiesero un vero intervento urbanistico. L’opera del grande architetto ne fa un luogo di grande impatto scenografico. Alla parte più antica del borgo si arriva attraverso un grande portale che apre la visuale al Castello Del Drago. La via di Filocastello attraversa il paese in lunghezza fino al belvedere. Filacciano ha radici storiche che risalgono all'epoca romana. Con una bolla papale nell'817 il possesso del "Casalis Flaccianus" fu attribuito ai Monaci di Farfa. Nel XIV secolo fu dominio degli Orsini, prima di una lunga serie di famiglie nobiliari che ne assunsero la proprietà. A partire dal 1544 i Savelli, i Baroni Nardi della Bordissiera, i Muti Papazzurri, Monsignor Carlo Mauri e, infine, i Principi Del Drago che sono a tutt'oggi i proprietari del Castello. La prima costruzione a Filacciano fu una torre che fu incorporata nel Castello, al posto del quale fu successivamente eretto il Palazzo Del Drago.
  • La curiosità: la piazza Umberto Primo, con lo sfondo del Palazzo Del Drago, è stata spesso scenografia naturale per il grande cinema. Federico Fellini, per esempio, proprio qui girò molte scene del film “ 8 e ½”
  • Durata della visita: libera
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Terza tappa: Monterotondo e il museo nelle "Sale affrescate"
Dalla stazione di Poggio Mirteto bastano poche fermate di treno per arrivare a Monterotondo. Il tragitto della strada ferrata costeggia in larga parte il fiume. La stazione dista tre chilometri a piedi dal centro città, ma è attivo un servizio navette. Si punta verso Palazzo Orsini, sede del Comune e cuore culturale della città. Qui, tra le stanze affrescate, ha sede il museo archeologico che racconta quattromila anni di storia locale, dalla Preistoria al ‘600. La collezione conta quattromila reperti. La visita si sviluppa fino alla biblioteca Angelani proponendo una narrazione multimediale per un approccio visivo e sensoriale suggestivo: ologrammi, video, plastici, fedeli ricostruzioni di ambienti. Questo il percorso: piano terra della biblioteca Angelani (via Serrecchia), Sale affrescate di Palazzo Orsini (piazza Frammartino 4) per la sezione di archeologia romana (fondazione, formazione e sviluppo della Città di Monterotondo) e quella pre-romana. Le origini di Palazzo Orsini risalgono al Medioevo. La torre, che domina l’intera Valle del Tevere, è stata ricostruita a seguito del terremoto di Avezzano del 1915.

  Le “Sale affrescate” furono costruite per ospitare Leone X e divennero successivamente le stanze private del papa Urbano VIII. Gli affreschi sono opera di importantissimi artisti. La prima è la “Stanza dei Paesaggi”, che conserva un seicentesco soffitto a cassettoni realizzato da Sorìa ed un ciclo di paesaggi, opera della bottega di Paul Bril. Di notevole importanza è anche la sala successiva affrescata da Girolamo Siciolante da Sermoneta intorno agli anni 1535-55. Il tema è la vita di Adone. Segue la "Sala delle Cacce", con gli affreschi realizzati nel 1581 da Paul Bril, grande maestro fiammingo. Partono da una realistica veduta di Monterotondo e comprendono numerose scene di battute di caccia tra le verdi colline della Sabina. Si passa ad una galleria dal soffitto a botte. Le decorazioni dsono state attribuite ai pittori Michelangelo e Niccolò Ricciolini. Rappresentano il Tempo, le Ore e la Fama e riflettono l'impiego del Palazzo di Monterotondo come residenza di svaghi.
  • Orari: l'ingresso del museo è in via Serrecchia, presso il centro culturale "Angelani". Orari: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13, il sabato dalle 10 alle 19. La domenica (apertura fino alle 13) alle 10 parte una visita accompagnata gratuita completa e dalle ore 12 sarà possibile accedere solo alla sezione archeologica presso le Sale affrescate. La prenotazione è obbligatoria per la sezione multimediale e per i gruppi. Si può prenotare per telefono con almeno un giorno di anticipo. L'ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura del museo.
  • Biglietti: ingresso con visita accompagnata € 5. Gratuito tutte le domeniche. Gratuito per diversamente abili, guide turistiche, membri Icom e accompagnatori di gruppi e scolaresche.
  • Info e prenotazioni: tel. 0690964221 - 3515804401 - 3515819662 museo@icmcomune.it
     
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Quarta tappa: l'area archeologica della Via Nomentum Eretum
L’area archeologica della via Nomentum-Eretum è in località Tor Mancina, a poco più di due chilometri a piedi da Palazzo Orsini. Si trova lungo via di Castelchiodato. E’ un lungo tratto di strada romana pavimentata in basoli. Si tratta della prosecuzione della via Nomentana che, dopo aver collegato Roma a Nomentum, proseguiva per ricongiungersi con la via Salaria all’altezza di Eretum. Ai lati della strada, tra il I sec. a.C./I sec. d.C. e il II/III sec. d.C., sono state deposte diverse sepolture, da quelle più povere a quelle più imponenti. Queste ultime appartenevano probabilmete a personaggi di un certo rango residenti nelle vicine villae rusticae, di cui il territorio era costellato.
  • Info: l'area archeologica è aperta ogni seconda domenica del mese quando si svolgono visite guidate gratuite a cura della sezione locale dell’Archeoclub d’Italia. E' aperto, inoltre, tutti i giorni, su prenotazione (tel. 06.9091245 – archeoclubmm@hotmail.com).
 
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Quinta tappa: Mentana, la città garibaldina
Tre chilometri di Nomentana separano Monterotondo da Mentana, che è l’affascinante tappa finale del tour. Qui è possibile visitare prima il borgo antico e poi arrivare fino al cuore di Bosco Trentani. Oppure fare il contrario: scendere dal bus all’ingresso del parco (chilometro 21,200 della Nomentana) e arrivare da qui fin dentro al centro storico. L’ideale è far scendere la sera sugli scorci medievali e rinascimentali di Mentana fusi insieme, da godere in uno dei tanti locali all’aperto.
 

Come spostarsi

  • Il tour si snoda in circa 24 chilometri, tanti sono quello che separano la Riserva di Tevere-Farfa da Mentana. Alla Riserva di Tevere Farfa si può arrivare in auto  (sono 41 chilometri se si parte dal centro di Roma passando per A1 e Salaria, 38 da Guidonia Montecelio e 46 da Tivoli passando per via Palombarese e via Salaria). In bus tramite Cotral, con capolinea da Saxa Rubra. Ma si arriva comodamente in treno. La linea è la Fl1, quella che collega l’aeroporto di Fiumicino a Orte. Si scende alla stazione di Poggio Mirteto. Da Roma Tiburtina sono otto fermate (biglietto: 3 euro). Le stazioni intermedie in questo caso sono Nomentana, Nuovo Salario, Fidene, Settebagni, Monterotondo-Mentana, Pianabella di Montelibretti e Fara Sabina. Dalla stazione di Poggio Mirteto all’approdo dei battelli elettrici da cui partono le mini-crociere alla scoperta della della Riserva Tevere Farfa (che può essere la prima tappa) la distanza è di poco più di un chilometro. Poi si può seguire uno dei tanti percorsi proposti, in bici o a piedi. .
  • Come raggiungere uno dei borghi con vista sul fiume, per trascorrere la serata e la notte. Può bastare una passeggiata: sono circa cinque-sei chilometri (dipende dal punto della Riserva in cui ci si trova) se si punta su Filacciano. In alternativa si può intercettare uno dei bus Cotral. Ce ne sono diversi anche nei giorni festivi almeno fino alle 23 circa. La mattina dopo, per chi non viaggia in auto, l’obiettivo, a piedi o via bus, è la stazione di Poggio Mirteto da dove si riprende il treno della Fl1 per scendere alla stazione Monterotondo-Mentana. Da qui al centro di Monterotondo (circa tre chilometri) si può prendere una navetta del trasposto locale. Per andare a Mentana si prosegue poi sulla Nomentana, utilizzando magari uno dei tanti bus che collegano con Roma: la distanza tra i due centri è di tre chilometri. Sono invece 5,5 chilometri se si sceglie di scendere davanti all’ingresso di Parco Trentani per ritornare nel borgo tramite uno dei sentieri naturalistici. Se si usa il bus Cotral per tornare verso Roma a fine tour, bisogna tenere presente che le ultime corse passano per via 3 Novembre poco dopo le 22, sia nei giorni feriali che festivi.
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