Saracinesco, il micro-borgo custode del tempo
Saracinesco è un piccolissimo borgo che misura e custodisce ogni prezioso attimo che passa nella Valle dell’Aniene. E’ il più piccolo di tutto il Lazio, ha appena 160 abitanti. Sorge su un massiccio dei Monti Ruffi, a 908 metri sul livello del mare. Ed è qui che si trova il “Museo del tempo”, un percorso completamente outdoor che, tra meridiane e orologi solari, perfettamente funzionati, racconta i segreti e il fascino degli orologi più antichi. Meraviglie, misteri e segreti di una scienza che si chiama gnomonica. Sette le postazioni museografiche collocate in vari punti del borgo.
Saracinesco è quindi l’orologio naturale di tutta la Valle dell’Aniene, sulla quale si affaccia offrendone il panorama più ampio. La visita è l’occasione per immergersi in una storia unica e di andare via con uno specialissimo souvenir: un tesoretto di minuti da custodire con cura. Perché per rendere indimenticabile una manciata di attimi non c’è cassaforte più sicura di un ricordo: un luogo speciale, un panorama mai visto, un sapore, un paesaggio sconosciuto.
La storia unica: echi arabi nella Valle dell’Aniene. Ma perché Saracinesco si chiama così?
Secondo la tradizione un gruppo di Saraceni che nell’876 devastarono questi territori, forse stanchi di guerre, si rifugiarono sull’altura, dando origine al paese. Quattro secoli dopo i loro discendenti costruirono un castello, di cui rimangono pochi resti, che nel Medioevo passò alla famiglia nobile degli Orsini. Sulla facciata del Comune è scolpito lo stemma del paese: un castello sovrastato da due teste di Saraceni con il tipico turbante orientale.
Il centro storico e gli affreschi del ‘500
Il cuore del borgo ha un impianto medievale, ma emerge anche l’influenza araba delle origini, tanto che piazzette e stradine in larga parte non sono accessibili alle auto. Il luogo che ingloba i resti dell’antica fortificazione saracena oggi si presenta come un grande giardino, sospeso tra il borgo e la vallata. E’ il luogo ideale per rilassarsi in un angolo di quiete assoluta.
Ci si inoltra a piedi per arrivare ai ruderi del castello, ai resti della cinta muraria e alla duecentesca chiesa di San Michele Arcangelo. La chiesetta è uno scrigno prezioso. Custodisce pregiati affreschi del ‘500, dietro l’altare maggiore e lungo le pareti. E anche la trecentesca statua lignea della Madonna con Bambino. E’ aperta solo la domenica.
Il “Museo del Tempo”
Il punto di partenza per la passeggiata nel tempo che passa (e anche quello di arrivo) è un antico mulino nella panoramica piazza Roma. Si procede poi per le sette postazioni che svelano altrettanti sistemi di misurazione del tempo. Si parte da un orologio solare equatoriale: le ore del giorno risultano dalla divisione del semicerchio in 12 spicchi uguali, distanziati ciascuno di 15 gradi. La postazione successiva è quella di una fedele riproduzione del “globo di Matelica”, cioè della sfera di marmo bianco scoperto nel 1985 presso l’omonima località marchigiana, singolare modello di orologio solare antico. La postazione 3 è quella dell’orologio solare di forma cilindrica usato dai pastori per la sua facile trasportabilità e per questo chiamato anche “orologio del viaggiatore”.
Alla postazione 4 l’ora si legge sul terreno dove si proietta l’ombra dello stilo, cioè dell’asta metallica che sporge dal quadrante. In questo orologio si può osservare la linea equinoziale, i solstizi con i segni zodiacali e la linea del mezzogiorno tarata su Saracinesco. Nella postazione 5 il visitatore è protagonista: posizionandosi sulla linea del mezzogiorno, vede la propria ombra proiettata sul quadrante delle ore riportato su una circonferenza posta su un piano orizzontale. Seguono altri due orologi verticali. Alla postazione 6 l’ora si legge dall’incontro dell’ombra dello stilo al piano orizzontale. La postazione 7 è stata realizzata nell’ambito del restauro del vecchio lavatoio comunale: l’ora deriva dall’ombra che si genera a partire dagli occhi di una rana.
L’orologio inaugurato due anni fa. A luglio del 2018 è stato inaugurato un nuovo quadrante solare ad ore italiche e francesi su una delle facciate storiche di piazza Roma. Si tratta di un pregiato lavoro firmato da Fabio Garnero, uno dei maggiori esperti italiani del settore. Il quadrante annota la frase “Passegger abbi pazienza, senza il sole non do udienza”.
La chiesa del 600 e i sentieri verso i monti
Fuori dal centro abitato invece si trova l’ex chiesa rurale di San Pietro, che a partire dal ‘600 è meta di una caratteristica processione nel giorno di San Marco. E’ questo il punto di partenza per molte escursioni alla scoperta della natura incontaminata dei Monti Ruffi. Come il “Sentiero del monte Costasole” (quota 1251 metri) dalla cui vetta si cattura con un solo sguardo il percorso dei fiumi che scorrono a valle, la campagna romana, i monti Prenestini ed Ernici, fino all’Abruzzo.
La polenta e il tartufo
L’occasione giusta per visitare il piccolo borgo è la sagra della polenta, condita con sugo di salsicce e spuntature di maiale, appuntamento fisso di fine settembre. Specialità assoluta del posto è poi il “tartufo di Saracinesco”, alla base di molte succulente pietanze.
Come si arriva a Saracinesco
Saracinesco dista circa 50 km dal centro di Roma, poco più di 40 da Guidonia Montecelio e 24 da Tivoli. Il collegamento più veloce in auto o in moto è l’autostrada A24 verso L’Aquila. Si esce al casello di Vicovaro per proseguire attraverso la Tiburtina Valeria seguendo le indicazioni per Saracinesco (otto chilometri). Se si parte da Tivoli è più pratico utilizzare direttamente la Tiburtina.
Mezzi pubblici: con i bus Cotral bisogna raggiungere la stazione ferroviaria di Vicovaro-Mandela. Se si parte da Roma il capolinea è alla stazione della metropolitana di Ponte Mammolo (Metro B), ma le corse si possono intercettare anche sulla Tiburtina, a Guidonia e Tivoli. Dalla stazione Vicovaro-Mandela ci sono due collegamenti al giorno (domenica esclusa) da e per Saracinesco: dal lunedì al venerdì si parte per Saracinesco alle 8 e alle 14,30, il sabato alle 6,50 e alle 14,30. Per il ritorno (Saracinesco-stazione Mandela) dal lunedì al venerdì alle 8,20 e alle 14,50 e il sabato alle 7,10 e alle 14,50.

Giornalista professionista, cronista da 25 anni. Scrive per l’edizione Metropoli de Il Messaggero di Roma, è tra i fondatori del network Point. Appassionata di Calabria, la sua terra, e di piccoli viaggi che aprono grandi orizzonti