Ercole guerriero e vincitore: il Santuario che protegge la Città di Tivoli
Guerra, vittoria e devozione sotto l’ala protettiva di Ercole. Se volete immergervi nel connubio profondo tra sacro e profano grazie ad una straordinaria opera di contaminazione architettonica capace di mettere insieme l’arte che nasce dalla devozione e quella che sublima l’ingegno dell’essere umano espresso nelle opere industriali, il Santuario di Ercole Vincitore è il posto che fa per voi.
La sua costruzione risale al II secolo avanti Cristo ed è uno dei più importanti complessi di architettura romana di epoca repubblicana dedicato ad Ercole, divinità protettrice dei commerci e delle greggi, guerriera per antonomasia
Il suo culto (Herculaneum Tibur) era molto importante per la città di Tivoli, da una parte perché storicamente legata a questo tipo di attività commerciale, dall’altra in quanto devota al dio guerriero grazie a cui era stata resa possibile la vittoria sui Volsci.
Il Santuario era posto fuori dalle mura della città, lungo la via che anticamente collegava il Sannio alla pianura romana e rappresentava un importante snodo economico cruciale per tutte le popolazioni dell’Italia centro-meridionale. La struttura a pianta rettangolare (188 x 140 metri) originariamente misurava 3.000 mq ed è composta da tre parti principali: il teatro, la grande piazza delimitata da portici ed il tempio vero e proprio. Proprio il tempio ospitava un collegio di musici tra i più importanti (tibicines) e ben frequentati d’Italia dove nel mese di agosto si celebravano danze e canti. Era composto da una terrazza ampia circondata da olmi, alberi sacri a Ercole, e l’area sacra vera e propria, una costruzione ottastila, con otto colonne sulla facciata.
Un filo rosso lega questa struttura al Santuario della Fortuna Primigenia che si trova a Palestrina, ancora ben conservato e visitabile.
Nel tempo gli impieghi di questa imponente opera architettonica sono stati diversi tra cui quello industriale che l’ha vista ospitare anche una centrale idroelettrica e le cartiere, praticamente inglobate nelle sacre mura, attività quest’ultima storicamente importante nel secolo scorso per il tessuto economico locale. All’interno del complesso è inoltre presente un Antiquarium che espone elementi decorativi del tempio, stele e statue collocate lungo i portici e i donaria ovvero i doni offerti agli dei. Si tratta dunque di un complesso polifunzionale realizzato all’epoca grazie al sostegno economico dei banchieri e commercianti tiburtini insieme a tutta la comunità, che non volendo tralasciare la parte ludica della vita quotidiana decisero di inserire anche un teatro di 70 metri che poteva accogliere oltre 3.600 spettatori. A gestire i conti un Senato nominato che eleggeva i Quattuor viri che avevano il compito di dare seguito alle indicazioni ricevute, un controllo delle casse pubbliche decisamente capillare. La storia in fondo insegna sempre.

Giornalista, addetta stampa della Asl Roma 1, comunicatrice, è nel gruppo fondatore del network Point. Tre ruoli per una donna con due nomi e quattro armadi